Per chi lavora con i bambini il gioco è un argomento tanto vasto quanto sacro, sin dalla prima infanzia. Quante volte abbiamo sentito dire a una bambina che stava giocando a spostare i sassi con una ruspa di “non fare il maschiaccio” e a un bambino che si stava divertendo a giocare con le pentoline che “quelle sono cose da femmina”?!
Dell’ardua sfida di comprare un qualsiasi oggetto dedicato alla prima infanzia privo di connotazione di genere ho già parlato qualche articolo fa ma un’attenzione particolare credo vada dedicata a giochi e giocattoli, che soffrono sempre di più la genderizzazione. Se la prova del vestitino neutro per il neonato l’avete superata (riferito sempre allo scorso articolo), adesso la sfida si complica: provate voi a comprare un passeggino per le bambole che non sia rosa e pieno di fiocchi per vostro figlio Luigi che tanto ama portare a passeggio la sua bambola proprio come fa il suo papà con la sua sorellina appena nata.
È il momento di fare una premessa fondamentale: il gioco per i bambini è esplorazione, scoperta, apprendimento e relazione ma prima di tutto per i bambini il gioco deve essere divertimento.
Jean-Jacques Rousseau, già nel 1762, riassumeva il concetto in maniera tanto essenziale quanto fondamentale “Lasciate a lungo agire la natura, prima d’impicciarvi d’agire al posto suo, per paura di correggere il suo agire. Non siate spaventati di vederlo consumare i suoi primi anni a non fare nulla”. Da Rousseau in poi abbiamo iniziato a interiorizzare la necessità di ascoltare e comprendere i bisogni e i desideri autentici dei bambini rispettando i loro ritmi di sviluppo cognitivi e biologici garantendo loro la totale libertà di esplorazione e di espressione. Perché quindi impedire loro, più o meno consapevolmente, la possibilità di esplorare i giochi tradizionalmente attribuiti all’altro sesso?
Credo che molto del pregiudizio, spesso inconsapevole, che sottende la scelta delle pentoline per le bambine e delle macchinine per i bambini, trovi il suo fondamento nella commistione tra identità sessuale e ruolo sessuale. L’identità sessuale è un processo che inizia molto presto già dai 2/3 anni di vita ed è definibile come la percezione di sé come maschio o come femmina. Il ruolo sessuale è invece il comportamento che una data cultura si aspetta da parte di un maschio o di una femmina e che sostiene attraverso più o meno esplicite regole, trasmesse nei processi di socializzazione.
Luigi che vuole tanto portare a spasso la sua bambola nel passeggino non si percepirà femmina ma starà emulando il comportamento di cura e accudimento del papà che porta a spasso la sua sorellina in passeggino. La sua identità sessuale non sarà certo definita da questo desiderio… il suo ruolo sessuale, invece, andrà forse contro corrente rispetto a quello che la nostra cultura ci trasmette.
Voglio infine condividere con voi sei spunti molto interessanti e concreti, presente nell’articolo “Toy catalogues in Europe: Making or Breaking Stereotypes?” di Coface Families Eurocpe, utili per non alimentare gli stereotipi di genere, ma non solo, nella scelta dei giochi per i vostri bambini.
- Lasciamo che siano i bambini a decidere con cosa giocare.
- Non indirizziamo i bambini verso professioni e ruoli stereotipati.
- Prediligiamo giochi che non contengano immagini o comportamenti violenti.
- Prediligiamo giochi che rappresentino le famiglie nella loro diversità.
- Anche i bambini disabili giocano, facciamo in modo che siano anche loro rappresentati nei giochi dei nostri bambini.
- È il momento di avere una rappresentazione realistica dei bambini di tutte le etnie.
Per chi lavora con i bambini il gioco è un argomento tanto vasto quanto sacro, sin dalla prima infanzia. Quante volte abbiamo sentito dire a una bambina che stava giocando a spostare i sassi con una ruspa di “non fare il maschiaccio” e a un bambino che si stava divertendo a giocare con le pentoline che “quelle sono cose da femmina”?!
Dell’ardua sfida di comprare un qualsiasi oggetto dedicato alla prima infanzia privo di connotazione di genere ho già parlato qualche articolo fa ma un’attenzione particolare credo vada dedicata a giochi e giocattoli, che soffrono sempre di più la genderizzazione. Se la prova del vestitino neutro per il neonato l’avete superata (riferito sempre allo scorso articolo), adesso la sfida si complica: provate voi a comprare un passeggino per le bambole che non sia rosa e pieno di fiocchi per vostro figlio Luigi che tanto ama portare a passeggio la sua bambola proprio come fa il suo papà con la sua sorellina appena nata.
È il momento di fare una premessa fondamentale: il gioco per i bambini è esplorazione, scoperta, apprendimento e relazione ma prima di tutto per i bambini il gioco deve essere divertimento.
Jean-Jacques Rousseau, già nel 1762, riassumeva il concetto in maniera tanto essenziale quanto fondamentale “Lasciate a lungo agire la natura, prima d’impicciarvi d’agire al posto suo, per paura di correggere il suo agire. Non siate spaventati di vederlo consumare i suoi primi anni a non fare nulla”. Da Rousseau in poi abbiamo iniziato a interiorizzare la necessità di ascoltare e comprendere i bisogni e i desideri autentici dei bambini rispettando i loro ritmi di sviluppo cognitivi e biologici garantendo loro la totale libertà di esplorazione e di espressione. Perché quindi impedire loro, più o meno consapevolmente, la possibilità di esplorare i giochi tradizionalmente attribuiti all’altro sesso?
Credo che molto del pregiudizio, spesso inconsapevole, che sottende la scelta delle pentoline per le bambine e delle macchinine per i bambini, trovi il suo fondamento nella commistione tra identità sessuale e ruolo sessuale. L’identità sessuale è un processo che inizia molto presto già dai 2/3 anni di vita ed è definibile come la percezione di sé come maschio o come femmina. Il ruolo sessuale è invece il comportamento che una data cultura si aspetta da parte di un maschio o di una femmina e che sostiene attraverso più o meno esplicite regole, trasmesse nei processi di socializzazione.
Luigi che vuole tanto portare a spasso la sua bambola nel passeggino non si percepirà femmina ma starà emulando il comportamento di cura e accudimento del papà che porta a spasso la sua sorellina in passeggino. La sua identità sessuale non sarà certo definita da questo desiderio… il suo ruolo sessuale, invece, andrà forse contro corrente rispetto a quello che la nostra cultura ci trasmette.
Voglio infine condividere con voi sei spunti molto interessanti e concreti, presente nell’articolo “Toy catalogues in Europe: Making or Breaking Stereotypes?” di Coface Families Eurocpe, utili per non alimentare gli stereotipi di genere, ma non solo, nella scelta dei giochi per i vostri bambini.
- Lasciamo che siano i bambini a decidere con cosa giocare.
- Non indirizziamo i bambini verso professioni e ruoli stereotipati.
- Prediligiamo giochi che non contengano immagini o comportamenti violenti.
- Prediligiamo giochi che rappresentino le famiglie nella loro diversità.
- Anche i bambini disabili giocano, facciamo in modo che siano anche loro rappresentati nei giochi dei nostri bambini.
- È il momento di avere una rappresentazione realistica dei bambini di tutte le etnie.